Storia
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Personaggi
Torre del Greco è stata teatro di rilevanti avvenimenti che vedono come protagonisti importanti personaggi che per meriti religiosi, istituzionali o culturali, hanno dato lustro alla città e alla sua storia.
San Vincenzo Romano
Don Vincenzo Romano, proclamato santo da Papa Francesco nel 2018, nacque e visse a Torre del Greco. Durante il suo ministero, durato 33 anni, si dedicò soprattutto ai suoi concittadini, oltre che aiutandoli nelle incombenze quotidiane (politiche, sociali, ecc.), attraverso l'evangelizzazione dei contadini nelle cappelle rurali e poi come Padre Spirituale della Congregazione dell'Assunta. Si occupò della formazione dei ragazzi, della cura dei malati, dell'assistenza dei bisognosi e addirittura dello scovare i rifugi dei malviventi. Grazie al suo incessabile ed infaticabile lavorare a favore dei poveri, dei malati, dei marittimi e dei bisognosi d'ogni sorta, si guadagnò dalla popolazione locale l'appellativo di "Prevete faticatore" (in napoletano "il prete lavoratore"). La terribile eruzione del Vesuvio del 15 giugno 1794, distrusse quasi interamente la città e la relativa chiesa parrocchiale della quale nel frattempo fu nominato viceparroco. Nel 1799, alla morte del parroco, "Don Vicienzo" (così chiamato affettuosamente dal popolo) divenne il preposito curato della parrocchia e portò a termine l'opera di ricostruzione rendendola più grande e maestosa. Morì il 20 dicembre 1831, a causa di una malattia. La sua memoria liturgica si celebra il 20 dicembre, anche se a Torre del Greco viene festeggiato il 29 novembre, per tradizione.
Giacomo Leopardi
Giacomo Leopardi è ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale. Durante gli anni trascorsi a Napoli si dedicò alla stesura dei Pensieri, che raccolse probabilmente tra il 1831 e il 1835 riprendendo molti appunti già scritti in vecchie sue opere che aveva interrotto aiutato dall'amico Ranieri, fino agli ultimi giorni di vita. Le ultime ottave sarebbero state dettate da Leopardi morente poco dopo aver terminato l'ultima poesia, Il tramonto della luna. Qualche dubbio può nascere, se si pensa che Ranieri investì soldi dopo la morte del poeta per farli pubblicare come autentici, con poco successo finanziario. Nel 1836, quando a Napoli scoppiò l'epidemia di colera, Leopardi si recò con Ranieri e la sorella di questi, Paolina, nella Villa Ferrigni a Torre del Greco, dove rimase dall'estate di quell'anno al febbraio del 1837 e dove scrisse "La ginestra o il fiore del deserto". In Campania egli compose gli ultimi Canti La ginestra o il fiore del deserto (il suo testamento poetico, nel quale si coglie l'invocazione ad una fraterna solidarietà contro l'oppressione della natura) e Il tramonto della luna (compiuto solo poche ore prima di morire). La permanenza del poeta nella Villa torrese, in zona Santa Maria la Bruna, che fu fonte di ispirazione per i suoi ultimi componimenti, ha fatto sì che la città si potesse fregiare del titolo di Città Leopardiana.
Sir William Hamilton
Sir William Douglas Hamilton (Henley-on-Thames, 13 dicembre 1730 - Londra, 6 aprile 1803) è stato un diplomatico, oltre che archeologo, antiquario e vulcanologo britannico. Ambasciatore inglese presso la corte di Napoli dal 1764 al 1800, rimase vedovo il 25 agosto del 1782. In questo periodo studiò le attività vulcaniche e i terremoti, scrisse un libro su Pompei, acquistò il ricco museo del conte di Pianura Francesco Grassi e raccolse una notevole collezione di vasi antichi, parte trasferita nel 1772 al British Museum. Sir William Hamilton giunse a Napoli nel 1764, come "inviato straordinario" di Giorgio III, re di Inghilterra, e vi rimase fino alla fine del secolo. Nel 1767 prese in affitto, per 800 ducati all'anno, una parte del palazzo Sessa, da cui egli poteva ammirare lo spettacoloso panorama del golfo e del Vesuvio. Nel 1768 Sir William Hamilton venne nominato socio corrispondente della Royal Society: in poco tempo era diventato un esperto di vulcanologia, anche grazie agli studi condotti alle pendici del Vulcano partendo dal suo Casino di Torre del Greco (anche se indicava nelle corrispondenze come Portici), dove preferiva trascorrere il tempo ed accogliere gli ospiti. A Sir Hamilton, si devono molti reperti archeologici e suppellettili esposti al British Museum di Londra.
Francesco Solimena
Francesco Solimena, noto come l'Abate Ciccio (Canale di Serino, 4 ottobre 1657 - Barra, 5 aprile 1747), è stato un pittore e architetto italiano. Attivo in area napoletana, sia pure con committenze nelle maggiori corti europee, è considerato uno degli artisti che meglio incarnarono la cultura tardo-barocca in Italia. Lavorò per le maggiori corti europee, pur senza muoversi quasi mai da Napoli. Morì nella sua villa di Barra il 5 aprile 1747, e i suoi resti sono conservati all'interno della chiesa di San Domenico. Presso la sua bottega si formarono svariate decine di allievi. Il Comune di Napoli, la circoscrizione di Barra, e i padri Domenicani, nel 250º anniversario della sua morte, apposero una lapide sulla sua tomba all'interno della Chiesa di San Domenico. A Torre del Greco ebbe una Villa lungo la Regia Strada delle Calabrie, donata dal re Carlo.
Enrico De Nicola
Enrico De Nicola (Napoli, 9 novembre 1877 - Torre del Greco, 1º ottobre 1959) è stato un politico e avvocato italiano, primo presidente della Repubblica Italiana. Fu eletto capo provvisorio dello Stato dall'Assemblea Costituente il 28 giugno 1946 e ricoprì tale carica dal 1º luglio dello stesso anno al 31 dicembre 1947. Il 1º gennaio 1948, a norma della prima disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana, esercitò le attribuzioni e assunse il titolo di Primo Presidente della Repubblica Italiana, mantenendoli fino al successivo 12 maggio. Da presidente della Repubblica Italiana conferì l'incarico ad un solo presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi. De Nicola ricoprì, inoltre, numerosi altri incarichi pubblici: in particolare, è l'unico ad aver ricoperto sia la carica di presidente del Senato della Repubblica sia quella di presidente della Camera dei deputati. Nella sua vita è stato anche il primo presidente della Corte costituzionale, trovandosi così ad aver ricoperto quattro delle cinque maggiori cariche dello stato.
Eventi Storici
Un viaggio attraverso la storia di Torre del Greco per ripercorrere gli avvenimenti più salienti, come le devastanti eruzioni del Vesuvio, che hanno contribuito a trasformare il volto della città, talvolta radicalmente.
79 d.C.
In epoca romana, come testimoniano numerosi reperti archeologici, Torre del Greco era probabilmente un sobborgo residenziale di Ercolano. Qui erano sorte, già all'epoca, numerose ville gentilizie e terme, che godevano della tranquillità dei luoghi e della posizione centrale all'interno del golfo di Napoli. Proprio come accadde per i centri urbani vicini, la devastante eruzione del Vesuvio del 79 D.C. sconvolse anche questi luoghi e le Domus presenti, fino a rimodellarne l'intero suolo e respingere il mare per oltre 500 metri. La storia della città si confonde con quella delle successive eruzioni del Vesuvio, tra le quali notevoli furono quelle del 203 e del 472, da cui gli abitanti fuggirono per poi ritornare a ricostruire le loro case. Sorsero in questi secoli così travagliati i villaggi di Sola e Calistum (Villa Sora e Calastro) i cui nome sopravvive in due delle contrade, ambedue prospicienti il mare, i cui abitanti svolgevano ovviamente attività prettamente marinare. Dalla unione dei due nuclei abitati di Sola e Calastro, venne a formarsi, nel medioevo, il Casale di Torre Ottava (Turris Octava), così chiamato in quanto distante 8 miglia da Napoli, ritenne, poi, a partire dal 1324 anche l'odierna denominazione in ricordo di una qualche eminente personalità di origine greca che ha abitato nella zona.
1631
Nel 1631 un'eruzione di proporzioni ingenti distrusse tutto il versante a mare del Vesuvio, la Città di Torre del Greco, fu investita dai torrenti fangosi e da grandissimi flussi lavici, dei quali uno in particolare generò le scogliere della Scala (vicino Calastro). Con la morte di Nicola Guzman-Carafa, figlio della Viceregina di Napoli Anna Carafa, anch'essa già Utile Padrona di Torre, avvenuta nel 1689, cessò il dominio dei Carafa.
1699
Il 18 maggio 1699 si ebbe il Riscatto di Torre del Greco. Col Riscatto si ebbe la configurazione giuridica del "Barone" inteso come intestatario dei beni delle Università e rappresentante delle stesse presso la Regia Corte, come prevedevano le leggi in vigore. Il primo Barone torrese fu Giovanni Langella, uomo onesto e poverissimo, che al momento dell'investitura rinunciò espressamente ad ogni pretesa economica per tale nomina. La sua famiglia conservò la Baronia sino al 1806 quando, con l'avvento di Giuseppe Bonaparte, fu abolito il feudalesimo. Tra il XVII e il XVIII secolo, in epoca borbonica, come già in epoca romana, vi furono edificate diverse ville signorili dell'area vesuviana: le ville del Miglio d'oro, che conservano splendidi esempi di architettura settecentesca. La Città nel 1707, subì la caduta abbondante di piroclasti del Vesuvio, insieme ai comuni di Scafati, Striano e Boscotrecase, con danni alle coltivazioni e centinaia di feriti.
1794
La successiva e violenta eruzione del Vesuvio, del 15 giugno 1794, seppellì il centro storico sotto uno spessore lavico di circa 10 metri, distruggendo gran parte della città, resisteva immoto il robusto campanile della parrocchiale di S. Croce, la quale fu poi ricostruita su quella sommersa dalla lava ignea ad opera di Don Vincenzo Romano, recentemente santificato. Le numerose eruzioni Vesuviane, che avevano provocato nei secoli ingenti danni alla città, determinarono la scelta dello stemma municipale, che comprende una torre, su cui è riportato il motto della fenice: "Post fata resurgo". La città divenne municipio, sotto la dominazione di Giuseppe Bonaparte nel 1809, con l'elezione del primo sindaco Giovanni Scognamiglio.
1861
Si racconta che dall'8 dicembre 1861, fino al 31 dicembre, una terrificante eruzione del Vesuvio di tipo effusivo-esplosivo ed un violento terremoto sconvolsero la città di Torre del Greco. La città fu quindi colpita nuovamente da un'altra eruzione: la lava e forti scosse di terremoto investirono il territorio, provocando molti danni ai danni ai monumenti ed alle abitazioni.